Fino all'ultimo respiro
Le flebo che ti tengono in vita sono quasi una tortura per te. Il fegato corroso dalla cirrosi. Hai trascorso gli ultimi mesi come vedova sola, con figli indaffarati che ti hanno dedicato una quantità di tempo che sembra sempre essere stata troppo scarsa. I medici avevano detto che non c'era nulla da fare. Pochi giorni. Ma forse tra poco sarai libera. Libera dalla sofferenza, dalla tristezza, dall'infermità che ti ha tenuta prigioniera negli ultimi anni. Libera dal dolore, sia quello fisico già di per sé insopportabile, ma anche da quello del tuo cuore spezzato di vedova. Da questo dolore che ti ha tanto dilaniata solo poco fa. Ho sempre creduto di volere bene più mio padre che te. Ma adesso che ti vedo così piccola e indifesa, come un uccellino appena uscito da un nido, capisco che ti voglio bene quanto lui, in maniera diversa. Lui era un amicone. Uscivo con lui, guardavamo la TV insieme ci confidavamo. Tu ed io siamo sempre stati un po' distaccati e spesso in