Una chicca da internet


Pubblico una chicca raccontata da un membro di una mailing list che raccolsi già qualche settimana fa:

In una sera d’agosto del 2007 ricevo una telefonata da parte di un mio vecchio conoscente il quale mi invita a casa sua perché lo aiuti a risolvere alcuni problemi col suo computer. Giunto a casa sua mi presenta una sua amica lì presente, G. con la quale chiacchiero un po' prima di andare via. Nei giorni successivi, dietro invito di questo conoscente, lui ed io iniziamo a frequentarci piuttosto regolarmente e a volte ci incontriamo anche con questa signora.

La sera del 19 dicembre 2007 assieme a questo conoscente vado a casa di G., vedova che vive con la figlia minorenne, e lei mi invita a cena per qualche sera.

Il 26 dicembre, una settimana dopo, vado a cenare da lei in compagnia di questo suo amico. G. mi presenta la sua figlia quindicenne e durante la cena mi dice che posso andare da lei ogni volta che voglio senza pormi alcun problema quasi come fossi uno di famiglia.

Il 28 gennaio 2008, alle ore 17 circa, trovandomi nei paraggi della casa di questa signora, vado a farle una breve visita trattenendomi all’incirca un’ora.

Il 7 febbraio 2008 mi reco presso un negozio di articoli da regalo per acquistare qualcosa per un mio ex collega il quale mi ha aiutato nel mio lavoro. Acquisto anche un regalo per G., sentendomi molto riconoscente nei suoi confronti per la cena del 26 dicembre e per la sua ospitalità. Quindi mi reco da lei, busso il citofono ma nessuno mi risponde. Le finestre di casa sono chiuse ma filtra la luce dalla cucina.
Il 10 febbraio mi giunge una telefonata da parte del mio vecchio conoscente il quale mi invita a casa sua. Recatomi da lui questi mi informa di aver parlato con G. la quale gli ha detto di essersi barricata in casa la sera della mia ultima visita e, impaurita forse a causa dell’oscurità, non mi aveva aperto. Questo conoscente mi dice anche che la sua amica gli ha pregato di riferirmi di non recarmi più da lei.
Sbigottito per quanto ho appreso, il giorno dopo mi reco da lei in pieno giorno, alle ore 16-16,30 circa, per chiederle spiegazioni. Ma, bussato il citofono, nessuno risponde e quindi vado via. Sulla strada del ritorno mi telefona il conoscente di cui sopra che, con tono allarmato, mi dice che in casa di G. c’è la figlia la quale lo ha chiamato piangendo e che, impaurita dalla mia visita, intende chiamare la polizia, i carabinieri, l’esercito o chissà chi. Io allora torno indietro e incontro questa ragazza la quale è uscita di casa e, mi riferisce, si sta recando a casa del conoscente che mi ha appena telefonato. Le riferisco ciò che ho appena appreso riguardo la sua agitazione ma lei nega tutto. Le lascio allora un biglietto da consegnare a sua madre in cui la prego di richiamarmi al più presto per chiarire l’accaduto.

La sera stessa mi telefona G. chiedendomi di incontrarci. Una volta incontrati mi dà conferma di quanto riferitomi dal suo amico e, seppure i reali motivi mi siano a tutt’oggi del tutto oscuri, decidiamo che non è più il caso che io mi rechi più da lei.

Dopo un po’ di tempo però ritrovo il regalo acquistato per lei e mai consegnatole e, non sapendo che farne e non intendendo gettarlo via, decido di spedirglielo in un pacchetto per raccomandata. Il 22 maggio 2008 mi giunge una telefonata da parte di questa signora la quale mi dice che non devo spedirle niente, che non devo disturbarla e che devo lasciarla in pace, sottintendendo con questo che io sarei un fastidioso molestatore.

Dopo questa telefonata sono stato male per parecchio tempo in quanto mi sono sentito trattato come un disturbatore, un molestatore, quasi una specie di delinquente. Questo ha avuto delle ricadute negative su vari campi della mia vita. Io ritengo di essermi sempre comportato con molta educazione, circospezione e riservatezza nei confronti di questa signora, come con tutti del resto. Mi sento profondamente offeso dal comportamento di costei.


Mi permetto di esporre una mia piccola nota al riguardo.
Quello che a me urta i nervi di storie del genere non è tanto il fatto che qualcuno possa cambiare idea repentinamente, cosa che può anche essere lecito, ma la boria e la superficialità con cui ci si comporta verso gli altri che del cambio di questa idea non hanno avuto neanche il tempo di raccapezzarci. Verso chi in fondo voleva solo essere un po' gentile.
Ma del resto si sa che se il mondo non fosse dei folli non saremo nella merda in cui siamo adesso.

Alla prossima.

Commenti

  1. Beh, come si dice tale madre tale figlia, pazza la madre e pazza anche la figlia.
    Una tale stirpe di troie dovrebbero essere sterilizzata e rinchiusa o in un lager o in un manicomio criminale.
    E' incredibile quanta gente di merda con disturbi mentali circoli libera al giorno d'oggi.

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  2. Ma si sa che di pazzi ne è pieno il mondo!!!

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  3. Ma che ti aspettavi da una separata?
    Il padre eliminato, la figlia pressata, stava seducendo te ed altri 50.000 (anche via sms contemporaneamente), per vedere ove cadere e sfruttare qualcun'altro prima della decadenza senile.
    A me capita tutti i giorni ma, essendo un uomo piacente e istruito oltre che ricco, mai mi espongo più di tanto a considerare le fallite già scartate.
    Gli dò appena appena quello che vogliono e che voglio anche io, senza permettergli confidenze ulteriori o illusioni senza permesso.
    Il maschio sono io, e resto solo mio (con tutto ciò che è mio e che resta solo mio, perchè valiamo più della carne che ci offrono in cambio!)

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  4. Sono d'accordo con te, però nel racconto si parla di una vedova.

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  5. Certamente non è lo stesso, ma il mio è un discorso di principio che scaturisce da un comportamento ben preciso ed inconfondibile; poco importa come "separata" di fatto sia divenuta, verificata la totale mancanza di rispetto per il prossimo, per sua figlia che la giudicherà, per le istituzioni allertate, per il genere femminile quando degno di tale nome (ce ne sono ancora molte di donne non prostitute, le referenziano nel quartiere).
    Oramai le donne vanno giudicate (e ci si difende) non per le apparenze, ma per come si pongono in vantaggio al fine di usurpare, senza fare sapere nè capire niente al malcapitato, che "all'improvviso" viene sostituito, previo maltrattamento per impedire che avvisi con la sua presenza il prossimo pollo.
    Come diceva il nonno: prova a fargli sentire la puzza dei soldi .. e vedrai miracoli di gentilezza!

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  6. Ah, ho capito.
    Beh si, penso che tu abbia proprio ragione.

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  7. Ciao, sono io che ho scritto il testo che riporti. Mi fa piacere che ti abbia colpito. E' passato più di un anno e ancora non posso pensarci. A me non interessa il vedere o non vedere questa tizia, io vorrei solo sapere PERCHE'!
    Perché è successo tutto questo che mi ha lasciato come una merda?

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  8. Ciao autore del testo. Mi fa piacere che tu sia contento del mio interesse.
    Che dirti? Ti capisco. Sono tante le cose accadute nel corseo della mia vita di cui attendo ancora una spiegazione che probabilmente mai verrà. E intanto resto con l'amaro in bocca e tiro avanti. Purtroppo è così.
    Ciao

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  9. Quello che mi ha colpito di questo racconto è la sua vena malinconica ed evocatica sppure assume l'aspetto apparente di una sorta di verbale della polizia.
    Soprattutto l'incipit, quel "In una sera d'agosto del 2007 ricevo una telefonata..."
    C'è del romantico in tutto questo.

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    1. Veramente, non per essere cattivo nei confronti dell'autore, ma a me sembra un verbale dei Carabinieri. :P

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Perchè non fai un bel post dove spieghi come mandare le mailbombing ? Vorrei imparare dalla maestra...

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  11. Ehm, e poi scusami caro anonimo, ma casomai io potrei essere un maestrO non una maestrA, sono maschio.

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  12. Certo che alcuni fanno degli interventi veramente "costruttivi", non sanno che cazzate inventarsi.

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  13. Certo che con questi COGLIONI nelle forze dell'ordine stiamo proprio messi a posto. Si capisce perché i veri delinquenti stanno fuori mentre invece dentro finiscono le persone perbene, stiamo in mano ai FESSI!

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  14. Purtroppo di coglioni cade il mondo. E la cosa peggiore è che i coglioni vengono pure messi a fare certi lavori che richiederebbero un minimo di intelligenza.
    Ma si sa che la società odierna premia i più deficienti. E noi ne facciamo le spese.

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  15. A rimetterci è sempre la povera gente.

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  16. wikipedianiimbecillifiglidiimbecilligiovedì 25 giugno 2009 alle ore 12:19:00 CEST

    Per non paralre poi di wikipedia che dovrebbe occuparsi della conoscenza e invece si occupa solo della stronzaggine visto che ci sono per lo più emeriti ed emerite imbecilli figli e figlie di altri emeriti imbecilli.
    E' una vera vergogna come siamo finiti in basso e in mano a che gente sono affidati certi servizi!

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  17. Dovrebbero fare le barzellette pure sui polizziotti oltre che sui carabinieri, visto che come quoziente intellettivo sono messi allo stesso livello se non pure al di sotto.

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  18. Perfettamente d'accordo con voi, anche (o soprattutto) per motivi di esperienza personale, però mi pare che stiamo andando alquanto fuori dal tema del post, non vi pare?

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  19. Giubi c'hai perfettamente ragione, ma sai com'è, quando fiuti la presenza di un emerito IMBECILLE...

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  20. Certo che con queste pazze che ci sono in giro stiamo proprio messi bene.
    Se poi ci aggiungiamo quegli imbecilli dei polizziotti e dei wikipediani, portatori INsani di forti handicap psichici, la frittata è completa.

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  21. Si, tra la pazza di qeusto post, i wikipediani e i polizziotti (in particolare la polpost), non saprei dire chi è più STRONZO!

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  22. HACKER HACKER HACKER!
    ALLA FACCIA DEGLI STRONZI!!!!!!!!

    HACKER HACKER HACKER!!!!!!!!!!!

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  23. Quanta tristezza c'è in tutto questo...

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  24. Augh Carmine Colaps, io Grande Hacker e tu Grande Stronzo, augh!

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  25. Purtroppo questa storia è normale: le donne non capiscono che un uomo possa sentirsi offeso, o disperato, a loro importa solo quello che gli fà comodo, ci considerano schiavi, siamo noi gli oggetti (telecomandati tra l'altro). Bisogna imparare da queste delusioni per diventare più forti, ma è difficile, il mondo è dalla loro parte.

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