Prima le donne e poi i bamini? Fino a quando?


Non ci sono femministe in una nave che sta affondando?

Due settimane fa vari telegiornali hanno riportato la notizia del naufragio di una nave da crociera greca, incagliatasi negli scogli durante la manovra per raggiungere il porto.
Varie testate giornalistiche hanno descritto alcuni momenti "drammatici" raccontati degli stessi passeggeri della 'Sea Diamond' (questo il nome della nave). Quel che ne viene fuori da queste testimonianze è che ben poco è cambiato dal 1912, quando nella tragedia del Titanic venne data precedenza alle donne sulle scialuppe di salvataggio. In totale c'erano circa 1317 passeggeri sul Titanic, di questi passeggeri 524 erano donne.
Secondo le statistiche [1], di queste 524 donne se ne salvarono ben il 97.2% nella 1° Classe, 87,4% nella 2° Classe, e 50.8% nella 3° Classe.
Confrontate adesso queste percentuali con le percentuali degli uomini che sopravvissero a questa tragedia. Degli uomini se ne salvarono il 33% nella 1° Classe, il 7.8% nella 2° Classe, e il 13.3% nella 3° Classe.
Il confronto con le sopravvissute donne balza subito agli occhi:

Classe                 Donne Salvate                Uomini Salvati
    1°                          97.2%                               33%
    2°                          87,4%                                 7,8%
    3°                          50,8%                               13,3%

Nell'era della Parità Sessuale™ Occidentale però questa palese discriminazione anti-maschile (anche nota come "Cavalleria") dovremmo già essercela lasciata alle spalle da un pezzo.
E invece non è così.
Durante il naufragio della nave da crociera Sea Diamond gli altoparlanti della nave hanno infatti fatto sapere all'equipaggio, e quindi anche ai passeggeri, quale Genere Sessuale ha ancora la precedenza in situazioni di pericolo nel Paritario e Femminista Occidente: le Donne (seguite dai bambini).
Infatti nel 2007 come nel 1912 è stata pronunciata la famigerata frase "Prima le donne e i bambini", lasciando intendere per l'ennesima volta ai passeggeri maschi che il loro genere di appartenenza è quello cosiddetto "Sacrificabile", al contrario delle donne che invece farebbero parte del maestoso "Genere NON-Sacrificabile" (vedere anche il caso dei 15 marinai inglesi catturati dall'Iran, e la richiesta di alcune ministre inglesi di liberare immediatamente l'unica donna del gruppo, come se il suo Valore fosse superiore a quello dei suoi colleghi maschi).
Dunque nel naufragio della crociera greca Sea Diamond, i giornali hanno riportato le testimonianze di alcuni passeggeri, tra cui quelle di Jon e Carol Hof, una coppia di turisti americani in viaggio per celebrare il loro 25° anniversario di matrimonio.
Ecco alcuni estratti di un articolo dello Star Tribune [2]:
"Durante una vacanza per celebrare il loro 25° anniversario di matrimonio, la coppia -originaria del South Minneapolis- è stata separata durante l'evacuazione perchè le donne e i bambini venivano salvati per primi. Jon si è chiesto se avesse dovuto nuotare fino alla riva per salvarsi."
"La vecchia regola, prima le donne e i bambini, è stata invocata. Carol ha detto che avrebbe preferito aspettare con Jon ma non le è stato permesso. Poi ha iniziato ad insistere affinchè Jon potesse prendere le sue medicine per il cuore nella loro cabina, e un membro dell'equipaggio l'accompagnò per prenderle."
"La scialuppa di salvataggio portò Carol in salvo, ma quì iniziò l'ansia per esser stata separata da Jon e per non sapere per quanto ancora la nave sarebbe rimasta a galla. Jon rimase nella nave fino a due ore dopo la collisione con gli scogli, fino a quando l'acqua stava incominciando ad entrare nella nave."

Ma ben più sbalorditiva è stata la testimonianza di una "Piccola Donna Coraggiosa", pubblicata sul The Star (quotidiano di Toronto, Canada) [3]:
"Strilchuck, 16 anni, ha detto che lei e i suoi amici non avevano giubbotti di salvataggio. Quando ha visto un uomo che ne stava indossando uno, la ragazza le ha chiesto di darglielo. La ragazza ha detto di aver chiuso il pugno ed aver colpito in faccia l'uomo quando questo si è rifiutato di darle il giubbotto di salvataggio.
'Se lo stava tenendo per sè ed aveva sui 40 anni e noi siamo bambini', ha spiegato la sedicenne, aggiungendo anche di aver tolto il giubbotto di salvataggio dall'uomo ed averlo dato ad un amico. Strilchuk ha poi detto di aver colpito in faccia un altro uomo ed avergli preso il giubbotto di salvataggio per se stessa".

Il comportamento di questa "piccola donna moderna" si commenta da solo, d'altronde la piccola non ha fatto altro che reclamare -tramite l'uso della violenza fisica- quelli che la TV e la Società in generale le dice essere i suoi inattaccabili Diritti di Nascita (Privilegi).
Perchè se un ragazzino maschio di 16 anni avesse osato prendere a pugni in faccia una donna di 40 anni, per togliergli il giubbotto di salvataggio, come minimo sarebbe stato linciato da una folla di passeggeri inferociti.
Una storia simile a quella della crociera greca si verificò in Italia nel Settembre del 2003, quando la Moby Magic -un traghetto della linea Moby Lines diretto ad Olbia- ebbe un incidente (si aprì una falla nelle sale macchine) ed iniziò ad imbarcare acqua. Anche in quel caso venne pronunciata la fatidica frase "prima le donne e i bambini".
Il fatto importante è che la nave, tutta inclinata su un lato, rischiava di affondare da un momento all'altro perchè stava imbarcando parecchia acqua, così come è successo alla nave greca.
Ma la cosa ben più importante fu che a bordo della nave qualcuno con una telecamera amatoriale filmò l'evacuazione dei passeggeri nelle barche di salvataggio. Il filmato venne poi trasmesso da alcuni telegiornali in seconda serata. In questo video si vedevano i corridoi della nave, in cui gli uomini erano stati "schiacciati" ai lati, e in mezzo a loro si vedeva passare una piccola processione di donne pronte per uscire e mettersi in salvo.
Lo sguardo nelle facce degli uomini era un misto di confusione e rassegnazione di chi sa di stare facendo il "proprio dovere", mentre nelle facce delle donne -che molto opportunisticamente sfruttavano la "Cavalleria Maschile" per mettersi in salvo per prime- era facilmente distinguibile un'espressione di paura, tipica di chi sa che la posta in gioco è alta e teme per la propria vita.
Il titolo di questo articolo quindi non è un caso:
"Non ci sono femministe in una nave che sta affondando".
Si tratta infatti di un detto inglese che sta a significare l'assoluta mancanza di coerenza dell'ideologia femminista e di coloro che aderiscono ai suoi vari deliranti principi.
Principi che non possono venir messi in pratica se non adottando un atteggiamento assolutamente scorretto e di "convenienza" che cambia a seconda delle circostanze:
Se si tratta di far entrare le donne nell'esercito, allora le donne sono Forti.
Se si tratta di salvarle da una nave che affonda, allora diventano Deboli.
Se si tratta di metterle a capo di una squadra di Vigili del Fuoco allora ridiventano Forti.
Se poi si tratta di darle agevolazioni per le tariffe nei taxi o altro allora diventano nuovamente Deboli.
A seconda della situazione, e della convenienza, sono ora Forti, e ora Deboli.
Stesso identico discorso vale per quanto concerne la differenza fra i sessi: negata o confermata a seconda della convenienza.
La coerenza, quando si parla di femministe ed ideologia femminista, se ne va dolcemente a quel paese.
E quelle donne che si stavano mettendo in salvo nel traghetto della Moby, approfittando della Cavalleria Maschile, non si sono fermate a contestare questo procedimento sessista e anti-maschile per cui alle donne viene data la precedenza al salvataggio in caso di pericolo.
Non si ha notizia, ad oggi, di nessuna femminista che durante un naufragio abbia detto:
"Fermi tutti! Questo è un procedimento discriminatorio e sessista!
Vengano salvati i bambini e poi un maschio e una femmina,
un maschio e una femmina e via così..."

No. Le quote rosa si chiedono in Parlamento, nei posti di potere,
per comandare plotoni di soldati maschi al fronte, nei posti dirigenziali, etc.etc.
In miniera, nei cantieri, nelle fogne e... nelle navi che affondano, non ci sono femministe.
Così come non servono "quote rosa", "parità dei sessi", "uguaglianza", o "pari opportunità" nelle navi che affondano.
In questo ambito, per quanto concerne la "parità", siamo rimasti ancora al Medioevo, e chi non ci sta viene messo in riga a pugni. Mentre nella 'società civile' i pugni sono sostituiti dal bullismo delle lobby femministe, che come delle Grandi Madri osservano con sguardo severo i piccoli, stupidi, viscidi politici maschi, i quali come dei bimbetti ancora legati al cordone ombelicale della Mamma non possono far altro che obbedire a qualsiasi ordine, per quanto delirante possa essere.

Note
[1] FONTE: Lester J. Mitcham, 'Encyclopedia Titanica' 1996-2006.
[2] FONTE: http://www.startribune.com/462/story/1108131.html
[3] FONTE: http://www.thestar.com/article/200984


http://antifeminist.altervista.org/analisimedia/n2742007.htm

Commenti

  1. Mi hai fatto ridere di gusto giubi.
    La parità, se se

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  2. è proprio vero che oggi per parità si considera la maggiore importanza della donna, se qualcuno rivendica una vera parità è tacciato per maschilista.
    nuovi diritti conservando antichi privilegi senza che si parli neppure di doveri e responsabilità. se ricordi alle donne che i diritti comportano anche dei doveri allora sei maschilista.

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  3. per questo asserisco che il femminismo è una delle più grosse balle che la storia abbia mai raccontato.

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  4. argomento scottante che bisognerebbe affrontare con serietà e ponderazione.
    Certo che oggi ci sono parecchie cose a favore delle donne e poche a favore degli uomini chcché si voglia dire.
    E vedo anche che molte donne sono ancora troppo immature per affrontare la questione in maniera seria, calma e serena.

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  5. anche questo l'ho pubblicato su girlpower trovandolo in un altro sito.

    raimondo

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  6. noto che gli uomini si stanno incazzando davvero.
    Bene, magari torneranno ad avere la tempra di una volta, questi lecchini di oggi non li digerisco!

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