Chi vuol fare del bene a una persona le dia dei soldi e non dei consigli. Casomai i consigli glieli chieda. I soldi, infatti, giovano a chi li riceve, i consigli giovano a chi li dà.
Nella costellazione linguistica di internet troviamo varie “stranezze”, cose che avevamo appreso a definire con un certo nome ce lo ritroviamo con un nome diverso, ingleseggiante. Così un clone in internet è un “fake”, un discorso diventa un “topic”, un vandalo diventa un “troll” e via dicendo. Ma chi crede che la “creatività” informatica si fermi qui si sbaglia di grosso perché c’è un “angolo” di internet in cui nomi e concetti assumono significati ancora più sorprendenti. In Wikipedia quello che in genere è un fake diventa un “sock pupet” (prego signori, togliamoci il cappello davanti a codesto personaggio!), un amministratore, che in internet diventa un admin, diventa un sysop, un’opinione personale diventa un POV che deve essere invece sostituita da un NPOV e se esponi qualche punto di vista personale su un certo argomento ti arriva un messaggio nella pagina delle discussioni della pagina utente con un avviso WNF con tanto di link che porta a un particolareggiato articolato in cui
Oggi giorno essere un M.E.B.O.S.I.N.T. (Maschio Eterosessuale Bianco Occidentale Sano Incensurato Non Tossico) ti rende destinatario del trattamento PPBS (Puoi Pure Buttare il Sangue).
Pubblico una chicca raccontata da un membro di una mailing list che raccolsi già qualche settimana fa: In una sera d’agosto del 2007 ricevo una telefonata da parte di un mio vecchio conoscente il quale mi invita a casa sua perché lo aiuti a risolvere alcuni problemi col suo computer. Giunto a casa sua mi presenta una sua amica lì presente, G. con la quale chiacchiero un po' prima di andare via. Nei giorni successivi, dietro invito di questo conoscente, lui ed io iniziamo a frequentarci piuttosto regolarmente e a volte ci incontriamo anche con questa signora. La sera del 19 dicembre 2007 assieme a questo conoscente vado a casa di G., vedova che vive con la figlia minorenne, e lei mi invita a cena per qualche sera. Il 26 dicembre, una settimana dopo, vado a cenare da lei in compagnia di questo suo amico. G. mi presenta la sua figlia quindicenne e durante la cena mi dice che posso andare da lei ogni volta che voglio senza pormi alcun problema quasi come fossi uno di famiglia. Il 28 ge
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