L'etica, la persona e il diritto


Forse sarebbe buona cosa fare il punto della situazione in materia di aborto e stabilire ciò che è certo e biologicamente confermato da ciò che è opera di convenzioni sociali e legali, aldilà di seghe mentali, UFO biologici, affermazioni astruse tipo negare addirittura che l'embrione sia un essere vivente, elencazione inutile di caratteristiche comparative tra embrione e adulto, strampalate suddivisioni di tipi di vita tipo vita "biologica" e vita "biografica" e via dicendo.

Dunque, sappiamo che la nascita non è certo l'evento iniziale di un organismo vivente qual è l'essere umano, ma solo una fase di passaggio tra due diverse forme di esistenza, tra due diverse fasi di sviluppo. Il momento in cui un organismo umano inizia ad esistere è di certo il concepimento. E questa è una cosa biologicamente certa.

Il concetto di persona è invece un concetto attinente la filosofia e consiste nel possesso di alcuni caratteri. Caratteri che possono variare a seconda dei contesti e delle epoche, e pertano il concetto di persona non è affatto certo e immutabile.

Ma qui non ci interessa la persona in senso filosofico, se si tratti di chi assume la forma di un ruolo, un posto, un certo comportamento o altro. Qui ci interessa la persona in senso giuridico, ossia l'essere umano che è soggetto di diritto ed è pertanto titolare di diritti umani.
Sarebbe a dire che ci interessa vedere i criteri con cui si stabilisce se un essere umano è titolare o meno di diritti umani.

Ora lo stabilire se e quando un dato individuo umano possa essere titolare di diritti umani è un problema attinente l'etica.
Lasciando stare l'etica di matrice religiosa che fa ricondurre tutto l'insieme di responsabilità e di diritti a una dimensione divina, l'etica laica può essere distinta in due tipi fondati su due tipologie diverse di principi:

1. c'è l'etica fondata sul criterio della certezza e della massima estensione. Secondo questo principio l'Uomo ha il dovere verso se stesso di stabilire basi etiche quanto più certe e chiare sia possibile e quanto più svincolate dall'arbitrio.
Inutile dire che secondo questo principio tutti gli individui umani esistenti dovrebbero essere riconosciuti come titolari di diritti umani e quindi i diritti umani vanno attribuiti fin dal concepimento che, come abbiamo visto, è l'inizio effettivo di una nuova individualità umana.

2. Etica fondata su criteri pragmatistici e utilitaristici. Secondo questo tipo di etica le cose vanno stabilite a seconda dell'utilità che comportano. Se ora conviene legalizzare l'aborto si stabiliscono criteri che facciano in modo di attribuire diritti umani a quegli individui umani che fuoriescono dall'ambito in cui sono compresi gli oggetti di possibili interruzioni di gravidanza.
Ma questo principio potrebbe estendersi a molti altri ambiti ed è stato quello sempre seguito. Per esempio nell'antichità erano considerate persone gli uomini liberi e non gli schiavi.

Stabilire che ogni essere umano esistente è titolare di diritti umani, che quindi è persona giuridicamente parlando indipendentemente dal fatto che possa essere persona in senso filosofico o meno, è opera di un'etica fondata sul criterio della certezza e della non discriminazione.

Stabilire invece che un essere umano è titolare di diritti umani solo se è in possesso di determinate caratteristiche, ossia a un livello di sviluppo in cui assume tali caratteri, magari quei caratteri che in un dato contesto come quello occidentale odierno può essere considerato persona in senso filosofico, è frutto di un'etica fondata su criteri pragmatistici.

Spesso però l'etica pragmatica e utilitaristica può mascherarsi di "certezza" se assume quell'atteggiamento di "oggettivizzare" i criteri su cui si fonda. Per esempio far coincidere il riconoscimento di una persona in senso giuridico col fatto che questa possa essere considerata persona in senso filosofico e dando per certi e scontati, se non addirittura eterni e immutabili, i criteri su cui si fonda il concetto di persona in senso filosofico, è un'opera di mascheramento del carattere arbitrario dell'etica pragmatica.

Sinceramente io vivrei più a mio agio e mi sentirei più sicuro in un mondo che si fondasse sul primo tipo di etica, perlomeno per quanto riguarda le cose più importanti quali per esempio la vita umana. E inoltre lo riterrei un mondo più giusto.

Commenti

  1. Uhe! uhee! Noto con piacere che dopo mesi di "assenza" ti stai dando da fare! Ne sono lieto.

    Articolo interessante. Comunque credo che la prima sia vera Etica; la seconda è la classica ipocrita "mossa" strategica che un popolo (o la sua élite?) fa per giustificare e rendere legali alcuni comportamenti che prima erano vietati o considerati poco puliti. Da questo punto di vista chi si occupa di Antifemminismo ne sa qualcosa!

    (By T. W.)

    RispondiElimina
  2. Ciao.
    Chicca del presidente degli avvocati matrimonialisti: se chiede il divorzio lei è perchè le donne sono indipendenti e hanno il coraggio di dire basta all'egemonia maschile. Se chiede il divorzio lui è perchè è in preda alla sindrome di Peter Pan.
    http://img517.imageshack.us/img517/8066/roma05.jpg

    RispondiElimina

Posta un commento

AVVISO: Saranno pubblicati solo commenti non deliranti. Grazie per la gentile collaborazione.

Post popolari in questo blog

Wikipedia e la sindrome del clone

Da "Aborto del mondo civile - Manifesto antiabortista laico"

Premio SLE 2010