Lettera a "Il messaggero di S. Antonio"

Gentili signori, ieri, a casa delle mie zie a Napoli, mi sono ritrovato tra le mani il numero 5 di maggio 2007 della vostra rivista “Il messaggero di S. Antonio” e mi sono così immerso nella lettura di tale rivista. Vorrei ora esporre alcune mie perplessità su alcune cose che ho visto.
Inizierò dalla peggiore in assoluto: l’articolo a pagina 53 di Fabio Scarsato “C’è bisogno di donna”. Nessuno vuole affermare che non vi sia bisogno delle sesso femminile, né tanto meno che le persone appartenenti a tale genere non abbiano loro pregi e virtù. Ma sinceramente trovo stomachevole il modo di genuflettersi a una forma di propaganda rosa volta a esaltare incondizionatamente l’immagine femminile denigrando il più possibile quella maschile.
L’uomo sarebbe, a detta dell’autore dell’articolo, “grezzo e superficiale” con una grossa spinta a fare e non all’essere per dimostrare il suo valore e si accorgerebbe delle donne solo quando gli farebbe comodo. Bene! Mi chiedo cosa ne sarebbe del mondo senza la spinta a fare degli uomini. Cosa ne sarebbe della nostra civiltà senza uomini volti ad attività “grezze, machiste e fondate sulla forza bruta”, quali scendere nelle miniere a estrarre materiali per costruire città e palazzi, ma anche quei gioielli che le donne indossano e di cui tanto vanno matte? Senza quegli uomini “guerreschi” che sono morti e muoiono sui campi di battaglia! Quegli uomini che versano sangue e sudore nelle fatiche più pesanti e rischiose che possano esistere!
Cosa ne sarebbe delle donne senza gli uomini “grezzi e brutali” che hanno portato e portano l’aratro per garantire loro benessere e un futuro? Cosa ne sarebbe del mondo, della civiltà e delle donne senza quella spinta che porta gli uomini a desiderare le donne molto più di quanto queste desiderino gli uomini?
Ditemi voi allora perché mai gli uomini vivono meno, finiscono in carcere o in mezzo a una strada, perdono tutto e si suicidano di più delle donne? Ditemi perché allora gli uomini che “falliscono” sono quasi sempre abbandonati dalle proprie compagne non costituendo più una buona “fonte di reddito” per queste? Abbandonati da quelle stesse donne che vengono dipinte come esseri “angelici” e disinteressati, quelle stesse donne che spesso in molti paesi come gli Stati Uniti non esitano a uccidere o fare uccidere il proprio partner quando questo ha una polizza di assicurazione più alta del reddito che potrebbe fornire in alcuni anni.
È davvero patetico vedere l’ideologia cattolica piegarsi servilmente all’ideologia femminista più degenere! Vedere le immagini della vostra rivista che presentano bambine a lavoro, come se i bambini maschi non fossero sfruttati, donne del popolo armeno in esilio, come se gli uomini non fossero condannati alla stessa sorte se non addirittura a morire sui campi di battaglia, cosa questa grosso modo risparmiata alle donne. Certo, l’immagine di donne fa più “audience”, fa più scena: gli uomini che soffrano! Chi se ne frega! sono le donne le “vere” vittime di ogni male del mondo! Gli uomini, che “privilegiati”!
Ma in questo numero della rivista si sfiora davvero il grottesco per il fatto che la parte speciale del mese sia dedicata al silenzio. Quel silenzio che è un ascolto del cuore, un ritorno al proprio io, una finestra verso la propria interiorità. Un’assenza di parole che è presenza di spirito e di pensiero. Un vuoto di decibel che è pienezza di mente e di cuore. Voi forse saprete del sondaggio da cui emerse che le donne pronunciano 20 mila parole al giorno contro le sole 7 mila degli uomini. Bene! Il maggiore silenzio degli uomini rappresenta ciò che è la “maschilità”: interiorità, introspezione, meditazione e riflessione tanto filosofica quanto strategica. Un pensiero rivolto all’azione, proiettato nel fare, nel creare, nello sconfiggere le forze oscure della natura, forze tanto esteriori quanto interiori. È questa la “grettezza” dell’essere maschio che oggi è tanto di moda infangare! È questa la “superficialità” che ha fatto la fortuna di uomini e donne!
E allora c’è bisogno di pensiero, di guardarsi dentro, di tornare alla riflessione, alla frugalità di un tempo, alla semplicità degli albori, alla forza più “pura” che “bruta”, forza dello spirito oltre che del corpo.
C’è bisogno di silenzio, c’è bisogno di uomo!
Cordiali saluti

Commenti

  1. Bella lettera, molto profonda e che stimola una seria riflessione.

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  2. Come al solito apprezzo i tuoi scritti giub!

    Rey

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  3. mi piace soprattutto il passo in cui dici "vedere come l'IDEOLGIA cattolica si piega servilmente all'IDEOLOGIA femminista!
    Grande davvero!
    Ragguardevole.
    Bravo!

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  4. Appunto: il cattolicesimo è un'IDEOLOGIA!
    Ma i cattolici sono così presuntuosi da ritersi la "verità" assoluta contro le "ideologie"...

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  5. molto bella anche se non la capisco, non sono italiana!

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