Moneta locale possibile


Moneta locale possibile: Marche-EqueL’eco-consorzio bio-regionalistico. Marche-Eque ha avviato un progetto di moneta locale per favorire un “economia equa, solidale e sostenibile”.Il progetto ruota attorno a tre figure: l’utente finale, ossia il consumatore, l’attore di filiera ossia l’esercente, chi ha un attività o una ditta, le associazioni ossia gli enti o associazioni beneficiarie che, scelte dall’utente finale, ricevono dagli esercenti una percentuale del denaro speso dall’utente finale presso di loro.Le tre figure accedono al circuito moneta locale tramite la compilazione del modulo corrispondente che da diritto a ricevere la tessera che viene letta dai POS (lettori di smart-card ) forniti in dotazione agli attori di filiera, ossia gli esercenti.Scopo del Consorzio è incentivare la produzione ecologica di beni e servizi che coprono esclusivamente comparti economici come: architettura e bioedilizia, alimentazione naturale, medicina bio-etica, cosmetica e abbigliamento bio, bio-politica e informazione trasparente, energie rinnovabili, agricoltura biodinamica, eco-turismo e bio-agriturismo, eco-villaggi, artigianato artistico, formazione nelle eco-produzioni. Quindi i responsabili del progetto “moneta locale” sono tenuti a scegliere con cura sia gli “attori di filiera”, ossia gli esercenti i cui beni e servizi devono rientrare nei comparti economici citati sopra che le associazioni, di solito un ente beneficiario anch’esso in linea con gli obiettivi portati avanti dal Progetto. Il Consorzio ha stipulato altresì accordi con un gruppo di banche che gestiscono le transazioni monetarie nei relativi conti correnti appositamente aperti e che forniscono questa carta di credito (tessera a microcircuito) che può essere ricaricata di volta in volta. Quando l’utente finale usa questa tessera, entra in un circuito che non solo gli garantisce uno sconto sui beni che acquista, ma anche la possibilità di fare beneficenza.Facciamo un esempio, faccio la spesa e voglio esagerare, mi piacciono i prodotti biologici e spendo 100 euro. In realtà il negozio affiliato , quando mostro la tessera, mi garantirà uno sconto, diciamo del 5%, quindi pagherò 95 euro. Ora l’esercente o attore di filiera, quando ha firmato il modulo per entrare a far parte del progetto Moneta Locale, oltre a indicare la percentuale di sconto sui beni venduti con la tessera a microcircuito (in questo caso il 5%), avrà deciso anche la percentuale devoluta alle associazioni locali scelta dall’utente. Quindi supponendo che io ho scelto come ente beneficiario un associazione per le arti applicate, e l’esercente ha indicato una percentuale di dono pari al 2%, questa associazione riceverà 1.9 euro, ossia il 2% dei miei 95 euro. Si immagini questo meccanismo quando la spesa è per un pannello solare o una casa ecologica (con isolamento termo-acustico, termo-camini, ecc…) e quindi la possibilità alle associazioni non solo di auto-sostenersi o di incrementare le iniziative quanto appunto di divenire esse stesse utenti finali e quindi re-immettere nel circuito il denaro ricevuto. L’esperimento è stato scritto in modo da illustrare i concetti principali in quanto un’analisi approfondita esula dai propositi di questo scritto, scritto che consigliamo vivamente ai movimenti sovversivi per illustrare dove andrebbero convogliate le loro forze altresì impiegate in isteriche e sterili manifestazioni di massa dove accanto alla propria frustrazione, non si riesce a estrarre dalle tante proteste una sola proposta. Colgo altresì l’occasione per ribadire che una nuova concezione del denaro si sta affacciando nel mondo e che potrà risolverci non pochi problemi, denaro il cui fine non è più il consumo sfrenato, ma quello critico, eco-compatibile e in aggiunta, solidale. Sono altresì i primi segni di un cambiamento strutturale del modo di vivere dell’umanità, segni ancora non molto visibili, ma che lasciano ampio margine alla speranza di un futuro migliore di quello che si prospetterebbe alla stessa umanità se si insiste sulla linea adottata nell’ultimo secolo da chi muove le redini del capitalismo più sfrenato.

Marco De Berardinis

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