Dal marxismo virile alle crocerossine odierne

Uno dei "meriti" del femminismo è indubbiamente quello di avere contribuito ad avvelenare lo spirito combattente della sinistra marxista.
Dalla prevalenza della marxista come risoluzione delle maggiori problematiche della società odierna si è passati a una falsa alternativa fatta da sinistre e sinistrine effeminate, uterine e con spirito che va dall'isterica contestazione fine a se stessa alla "tenerezza" del volontariato dettato da un pensiero da crocerossina. Da una dottrina austera, virile, combattiva a un insieme eterogeneo di saltimbanchi ripieni di valori e pseudo valori mollicci e caritatevoli.
non per niente tra marxisti (quelli veri) e le femministe non correva buon sangue. I primi accusavano giustamente le seconde di essere delle "signore borghesi" atte a conservare e tramandare i privilegi borghesi e di voler scindere la classe operaia in maschi e femmine, in due formazioni senza alcuna prospettiva né futuro. Le femministe invece accusavano i marxisti di essere dei "maschilisti" col solito vezzo battagliero "tipico" dei maschi.
Ebbene, tra i due litiganti il terzo (il capitalismo e la borghesia) a quanto pare ha goduto. Di certo una marmaglia indistinta di uomini soli, depressi, repressi o incazzati e donne altrettanto sole, depresse, represse (dal potere e non certo dagli uomini) e incazzate e "caricate" dai falsi miti e da illusori e dannosi privilegi femminili, possono nuocere molto meno di un proletariato fiero, cosciente e incazzato, nonché guidato da un ben preciso piano di battaglia con tanto di strategia e di tattica contro la società borghese.
Così da quel modello sociale abbastanza concreto caratterizzato sulla lotta di classe e fondato su presupposti socio-economici ben precisi facenti capo a una reale posizione sociale dei vari soggetti, si è passati a una sorta di favoletta di un genere portatore di "bene" come quello femminile (sic!) contro un genere portato di "male" come quello maschile (risic!).
E dalla prospettiva rivoluzionaria che altro non è che uso della forza disciplinato dalla logica della teoria (l'arma della critica e la critica della armi) si è giunti a una dicotomia tra il culto dell'insurrezione isterica e fine a se stessa e un vago e alquanto inconsistente "spirito di solidarietà" sociale ("iperfallicismo" contro "defallicismo" o semplice isteria e volubilità uterina?).
Da una politica fatta di teorie, ideali, piani e scopi, si è passati a una politica personalizzata fatta di intrallazzi, spicciolerie e inciuci vari (Schopenhauer docet!), e da dibattiti politici fatti con argomentazioni si è passati a un'alternanza tra un politicamente corretto e una nevrastenica sisaccusa delle parti in campo.
Del resto il capitalismo le ha sempre escogitate tutte pur di sviare la rabbia popolare fuori dai binari dello scontro di classe. Sono stati così creati dei "nemici" del popolo di vario tipo, come le nazioni "barbare", gli ebrei, i finanzieri, le ideologie, gli stati canaglia, il terrorismo internazionale e, perché no? i maschi! Non c'è limite alla fantasia.
Magari quando gli uomini finiranno di guardare il mondo con gli occhi delle donne allora vedremo finalmente la rimonta della Politica contro la "politica". Quindi non perdiamo la speranza e soprattutto incrociamo... le dita!

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  1. IL PENSIERO MARXISTA IN PSICANALISI.
    Dalla Scuola di Francoforte a Marcuse

    di LAURA TUSSI

    La scuola di Francoforte rifiuta il riduttivismo e la chiusura di pensiero attraverso un approccio critico alla società. Dalla delusione storica del marxismo il proletariato è incapace di assumere il protagonismo della rivoluzione in un divario tra teoria e prassi politica. La famiglia è il mezzo con cui i valori sociali e il potere collettivo si riproducono. Nel 1930 la scuola di Francoforte si trasferisce negli Stati Uniti per evitare persecuzioni, dove il potenziale marxista diminuisce, subentrando valori liberali omogenei al nuovo contesto sociale. Prima il padre era responsabile della sottomissione psicologica della riproduzione sociale operata dalla società borghese e capitalista con la critica di Reich alla personalità autoritaria contrapposta alla personalità rivoluzionaria. Ora il padre è inghiottito dall’anonimato dei rapporti massificati e in quest’ottica la famiglia risulta una possibile difesa dalla società disumanizzante. La personalità autoritaria contrapposta alla personalità democratica e tollerante nei confronti delle diversità diviene un paragone che suscita le critiche dei marxisti contrapposti ai conservatori, portando alle estreme conseguenze l’incontro con il marxismo perseguito da Reich. Questo porta ad una contraddizione: l’uomo non può essere libero perché è condizionato dalla società. Ogni progetto rivoluzionario decade perché inconscio e contrario alle sue modalità di trasmissione. La soluzione si trova nell’intellettuale critico che riattiva l’individualismo eroico nella filosofia idealistica, nell’ibridazione tra psicanalisi e filosofia come analisi esistenziale per cui si rivela la schizofrenia nell’ottica dell’esistenza umana e nella pura comprensione dell’altro. Il sintomo non risulta quale deviazione morbosa, ma fallimento esistenziale nella mancata realizzazione della libertà, per cui psicanalista e paziente comunicano, adottando modi di comunicare che generano fallimento e tendono ad assumere maschere con gli altri. Karl Abrham, maestro di Melanie Klein, dimostra con il suo lavoro il rapporto vitale tra psicanalisi e clinica, affrontando il problema delle psicosi e affermando le teorie di Freud sulle fasi precoci dello sviluppo infantile. Nel 1908 pubblica “Le differenze psicosessuali tra isteria e dementia precox”. Rivela la componente sessuale di entrambe le sindromi: nella sessualità isterica coesistono pulsioni parziali anarchiche la cui energia è rivolta all’oggetto di possibile sublimazione. Nella sessualità psicotica si verifica la privazione dell’oggetto sublimabile rivolta sul sé. Nella fase orale si denota l’abbozzo di un rapporto oggettuale.Il neonato esce dal narcisismo quando il seno materno diventa l’oggetto con cui intrattiene un rapporto funzionale. La poppata è un desiderio di incorporazione che suscita fantasie cannibaliche. La psicosi può spiegarsi con schemi risalenti a stadi più precoci dello sviluppo sessuale. Le psicosi organiche, epilettiche e senili si distinguono dalle psicosi indotte dal blocco di emotività nella dementia precox. Il blocco emotivo provoca fissazione, in un patrimonio intellettivo malato, causato dal trauma sessuale realmente accaduto, che secondo Freud consisteva in inconsce fantasie di seduzione. Il bambino ha provocato il trauma inconsciamente tramite un’intenzionalità inconscia che rende un rapporto sessuale prematuro psichicamente traumatico, dove il desiderio sessuale è inaccettabile e diventa senso di colpa nel blocco evolutivo: il trauma è il modo in cui il sintomo si manifesta. Esistono tre stadi di sviluppo della libido: stadio orale, stadio anale, stadio fallico. I punti in comune tra sogno e mito sono prodotti della fantasia mentale di appagamento di desideri inconsci deformati dalla censura. Il mito è un frammento della vita psichica infantile del popolo. Il sogno è il mito dell’individuo, è il desiderio di natura sessuale che compare in entrambi. Il mondo è trascritto nelle forme del desiderio sessuale. I simboli usati sono comuni anche alla malattia mentale frutto di analogie riconoscibili. Il mito scompare con un'evoluzione razionalistica dell'umanità e con il soddisfacimento dei desideri infantili. Nel 1926 la psicologia delle masse e l'analisi dell'io prevede la manipolazione delle masse da parte di capi carismatici. Con l'amore per il capo si realizzano le fantasie edipiche infantili, per cui la sessualità è più potente delle pulsioni di autoconservazione.
    Stekel fu rimproverato da Freud perché propose una lista di simboli con significato fisso corrispondente. Freud accetta l'esistenza di pochi simboli universali, ma fu fedele alla teoria della creazione individuale e della plasmaticità del simbolo onirico.
    Ferenczi neurologo e psichiatra tra i fondatori dell'associazione psicanalitica internazionale impone la purezza dottrinale. Vive nel periodo di Reich che recepisce l'insufficienza della terapia elitaria per il proletariato. Cerca di salvaguardare la dignità scientifica dell'intervento e di piegarlo alle esigenze di un'utenza più estesa. Considera le condizioni sociali che causano le nevrosi, convinto che la rimozione della pulsione sessuale genera energie psichiche atte a essere manipolate dall'autorità. Con il trauma più acuto è connesso al rapporto bambino madre nella prima infanzia. Egli ricrea le condizioni del trauma e vieta al paziente di esaudire i bisogni elementari comportandosi come il genitore frustrante. il sintomo è un accumulo di godimento, una regressione causata da carenze affettive inconsce. L'analista deve recuperare tali carenze con la disponibilità. Nel 1932 scrisse Thalassa, in cui il metodo psicanalitico converge con la biologia evolutiva e, con la paura per il conservatorismo e l'ortodossia. In origine la sessualità tendeva a stabilire un tutto unico con il corpo materno, in un desiderio della madre legato alla genetica. Vuole ricostruire la sua teoria dell'evoluzione genitale attraverso la biologia.

    LAURA TUSSI

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